Continuano gli atti d’intimidazione all’Università La Sapienza di Roma da parte dei collettivi studenteschi. Tanto più che la rettrice Antonella Polimeni non ne vuole sapere di cedere al ricatto di chi usa metodi intimidatori per cercare di imporre le proprie opinioni. Perché di questo si tratta: atti d’intimidazione che hanno l’obiettivo di imporre ai senati accademici una scelta impegnativa per tutta l’Università. L’esempio è quello di Torino.
Segnalo un documento, approvato ieri dal Senato accademico in riunione congiunta con il Consiglio di amministrazione della Sapienza, che usa parole di buonsenso da opporre a chi sta cercando di costringere un boicottaggio in un ambito come quello accademico che ricorda pagine sinistre di discriminazione che speravamo appartenessero al passato.
Ne cito la conclusione ma potrete trovare l’intero documento in fondo a quest’articolo: “Il Senato Accademico e il consiglio di Amministrazione della Sapienza rifiutano l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana. Invitano quindi tutti i componenti della comunità scientifica a difendere il carattere universalistico e libero della ricerca scientifica, che costituisce la condizione della sua stessa esistenza e la premessa necessaria affinché essa possa trasformarsi in uno strumento di incontro pacifico, scambio e comprensione tra popoli e culture”.
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