Penso a quanto l’ideologia possa obnubilare la mente, sbriciolando la già scarsissima capacità empatica in dote alle persone. È una questione che ci riguarda tutti, nessuno si senta escluso. Scrisse Schopenhauer che “La pietà è l’unica base effettiva di una giustizia spontanea e di ogni carità genuina. Appena questa pietà si fa viva, il bene e il male degli altri mi stanno immediatamente a cuore allo stesso modo, se non proprio allo stesso grado, del mio stesso bene: così ogni differenza fra lui e me non esiste più.”
Assistiamo ogni giorno a manifestazioni esibite di pietà selettiva che sarebbe improprio ascrivere solo all’Ideologia o ad una scelta di campo. Noi tutti siamo quotidianamente soggetti ad un grado di empatia diverso che dipende, rifacendoci a Schopenhauer, alla nostra capacità d’immedesimazione nel dolore altrui. Per cui renderei più debole il mio ragionamento se facessi anche io una mia personale classifica di ciò per cui è “più” giusto provare pietà. Considero profondamente umano che ognuno “pianga i propri morti”. Eppure, non mi riesce ad evitare lo sdegno che mi provoca l’ipocrisia della pietà selettiva quando questa dipende dall’adesione ad un’Ideologia. Non altrimenti si spiega il fatto che la causa palestinese meriti sollevazioni piazza e quella iraniana no. Non sono forse gli iraniani ostaggi di un regime medievale e liberticida? E cosa rimane, nella memoria storica di questi falsi pietosi, della pulizia etnica nei Balcani? Il bombardamento della Nato sui Serbi che quell’orrore contribuì a fermare. E in nessun altro modo è concepibile che, a prescindere da quello che si possa pensare del conflitto tra Israele e palestinesi, il pogrom contro dei civili innocenti sia stato derubricato ad un atto di “resistenza”. Che sarebbe a dire che un civile israeliano che muore a causa dell’operato del proprio governo non solo non è degno di pietà ma in qualche modo la sua morte è un atto legittimo. Nessuna pietà umana e nessuno sdegno quando si fa male il giocatore della squadra avversaria.
E che dire degli ucraini? Qui è ancora più evidente quanto l’ideologia possa determinare il blackout delle coscienze. E non mi riferisco ai propagandisti che divulgano le menzogne russe. Quelli non contano. Sto pensando al cinismo e all’indifferenza per la sorte di un popolo martoriato senza colpa da un regime imperialista e sanguinario. Sto pensando a quanti paragonano il giogo russo con l’Occidente. Solo un’ideologia dell’odio può spingere queste persone a non voler vedere lo stato d’angoscia e di terrore in cui gli ucraini vivono la loro quotidianità. E la stessa indifferenza colpirà i georgiani. E ha colpito i bielorussi, i ceceni, gli armeni e molti altri ancora. La pietà selettiva sceglie di mettersi in moto non in base alle vittime ma al loro nemico. E dunque non è pietà. Non è solidarietà. Ma orrido tifo da ultras.
Un ringraziamento a Iuri Maria Prado e Lorenzo Ceva Valla per la foto.
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